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Conoscere il proprio bambino

Fin dal primo giorno in cui il tuo bambino viene al mondo, i principali circuiti cerebrali che controllano le sue funzioni di base – come la respirazione, il battito cardiaco, la digestione, la suzione e i riflessi – sono pronti a mettersi in moto. Vi sono, però, trilioni di connessioni complesse fra le cellule cerebrali che avranno bisogno di tempo ancora per formarsi.

I bambini, all'inizio, comunicano soprattutto attraverso il pianto, i gorgoglii e i movimenti  corporei. Quindi, presta attenzione a questi segnali per imparare pian piano cosa sta tentando di comunicarti il tuo bebè. Ogni volta che interagisci con il tuo bambino, attraverso il contatto corporeo o vocale, stimoli e sostieni le sue connessioni cerebrali che si stanno sviluppando. Puoi aiutare la maturazione evolutiva del tuo bambino con numerose interazioni: da subito coccolandolo, consolandolo quando piange e prendendotene cura nella quotidianità poi, un po’ più grande, giocando e parlando con lui.

Il gioco aiuta i bambini a crescere

Le manifestazioni fisiche di affetto, i toni rassicuranti della voce e tutti i tipi di stimolazione accorta e sensibile incoraggiano il cervello del tuo bambino a produrre le sostanze chimiche e gli ormoni di cui ha bisogno per crescere emotivamente e fisicamente. La maggior parte dei genitori, una volta che ha imparato a gestire il bambino si sente più fiduciosa, si diverte a giocare e interagire con lui in vari modi.

Ricordati che il “giocattolo” più prezioso per il tuo bambino e la sua crescita, sei tu!
 

Nei primi mesi:

I tempi di attenzione  dei neonati sono limitati, anche se sono curiosi.

  •  I sonagli sviluppano la coordinazione visuo-motoria.

  •  “Sul pancino”: far assumere una posizione prona per giocare favorisce lo sviluppo dei muscoli e del cervello. Alcuni bambini possono provare noia o disagio in questa posizione, preparati dunque a usare un giocattolo o a fare una faccia buffa per tenerlo occupato.
     

Poi:

I bambini non vanno iperstimolati, ma accompagnati ad interessarsi dell'ambiente attorno e a saperlo gestire, pian piano da soli.

  • Usare parole, filastrocche e storie contribuisce allo sviluppo del linguaggio e della memoria

La ripetitività serve perché rassicura ma se, a quasi un anno di tuo figlio, stai giocando per la novantasettesima volta a “bubusettete” nella stessa mattina, forse è tempo di introdurre qualche variazione. Cambiare tipo di gioco o giocattolo se il tuo bambino non si diverte è importante per condividere con lui l’interazione.  Allo stesso tempo contribuisce a stimolarlo e a costruire abilità in aree diverse

 

Qualche informazione sul cervello

  • Fin dalla diciassettesima settimana di gravidanza, il tuo bambino – non ancora venuto alla luce – ha un miliardo di cellule cerebrali più di un adulto.

  • Al settimo mese, il bambino non ancora nato ha un potenziale di cento miliardi di cellule.

  • Alla nascita, l'unico organo corporeo incompleto è il cervello.

  • Alla nascita, le parti più complesse del cervello sono meno sviluppate e vengono influenzate soprattutto dall'ambiente.

  • Quando il tuo bambino festeggerà il suo primo compleanno, le dimensioni del suo cervello saranno già raddoppiate. E all’età di tre anni, il suo cervello avrà circa il 90 per cento del peso di un cervello adulto.

 

Qualche informazione sul pianto del bambino

Il tuo corpo è davvero ingegnoso: risponde al suono del pianto rilasciando ormoni che ti fanno sentire esausta o preoccupata, ma questo è il modo in cui il corpo ti avverte dei bisogni del bambino.

  • I bambini devono adattarsi a un mondo totalmente nuovo e persino piccoli cambiamenti possono rendergli la vita difficile. Lasciar piangere un neonato senza confortarlo, anche per un breve lasso di tempo, può essere un’esperienza penosa per lui.

  • Il bambino potrebbe piangere per ore senza ragione apparente e non sempre riuscirai a calmarlo. Ciò può causarti disagio e frustrazione. Ricordati che un bambino si calma attraverso un contatto calmo e fiducioso.

  • Il pianto dei bambini comincia ad aumentare a sei settimane di vita e in genere inizia a diminuire verso i tre-quattro mesi. Ciò fa parte del normale sviluppo.

  • Ricordati che esistono fasi dello sviluppo in cui il pianto del bambino può variare e sembrarti incomprensibile o inconsolabile.

  • Il pianto del bambino può crearti forte stress che ostacola i tuoi tentativi di calmarlo, in questi casi può essere utile che sia qualcun altro a calmarlo.

 

Problemi di attaccamento con il bambino

Dopo la nascita, molti neogenitori pensano di stabilire istantaneamente un attaccamento con il loro bambino. Siamo costantemente esposti a immagini di neogenitori che prendono in braccio il figlio appena nato e ci sembrano instaurare immediatamente un forte legame. Tuttavia, non è sempre così e per alcuni genitori è necessario un certo tempo affinché tale legame si sviluppi. Possono volerci alcuni giorni, settimane o addirittura mesi, e in questo tempo il neogenitore può sentirsi in colpa, deluso e sotto stress: stati d’animo particolarmente faticosi soprattutto per le neomamme.

Quando una donna sente un attaccamento scarso o inesistente per il proprio figlio, rischia di chiudersi in se stessa, di assumere un atteggiamento distante verso il bambino e far fatica ad occuparsene. Il bambino non beneficerà certamente di questo tipo di interazioni e il suo sviluppo potrebbe risentirne a lungo andare.

Se dovesse succedere, è importante cercare aiuto al più presto. In genere, con un adeguato sostegno, il riposo e un po' di tempo, la maggior parte delle donne riesce a costruire un legame con il proprio figlio sufficientemente buono e a essere più capace di rispondere ai suoi bisogni.

Se sei preoccupata per questo, dovresti parlarne con un professionista sanitario di tua fiducia poiché ci sono molte cose che si possono fare per facilitare e rafforzare la relazione madre-bambino. Alcune madri traggono beneficio rivolgendosi a centri specialistici, dove trovano supporto e percorsi psicoeducativi per entrambi i neogenitori in grado di ridurre il disagio, aumentare la fiducia e creare le condizioni più favorevoli per il benessere dell’intera famiglia.

 

Rivolgiti al medico di base oppure al personale socio-sanitario dei servizi materno-infantili (presenti sia in ospedale che sul territorio, che trovi quiper avere informazioni in proposito.

 

“Trovavo difficile affrontare le esigenze di un neonato. Non dormivo, piangevo ininterrottamente e non avevo tempo per me stessa. E dire che questo avrebbe dovuto essere il periodo più bello della mia vita!”

  

Neonato
Suggerimenti per la neomamma e il neopapà: fare squadra!

 

Vi sono molti benefici nell'affrontare la genitorialità insieme.

Condividere il carico e prendersi cura del bambino insieme offre alla coppia la possibilità di sviluppare un buon rapporto con il bambino, imparando il suo linguaggio e sintonizzandosi sui suoi bisogni. Ben presto vi sarà chiara la differenza fra un lamento disperato del tipo “Sono scomodo e affamato!”  e un vagito del tipo “Mi sto divertendo, ma ora sono stanco”.

Alcuni uomini sentono di aver bisogno di un po' più di tempo per costruire un legame con il figlio anche perché non sono loro a nutrirlo. In casi del genere è importante sapere che ci si può coinvolgere in altri aspetti della genitorialità: fare il bagnetto, giocare e cambiare i pannolini sono tutte azioni che aiutano a rafforzare il legame e a renderlo più profondo.

 

Se sei una madre single, puoi coinvolgere familiari e amici desiderosi di dare una mano nei bagnetti e nei giochi. In questo caso, può diventare anche un modo eccellente per concederti qualche pausa e curare le relazioni con le altre persone. Se non puoi fare affidamento su questi aiuti, rivolgiti a un servizio territoriale come il Consultorio per richiedere supporto.

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